Legge 133 (ex DL 112): La Protesta ad Agraria

Proposta del FAGGIO: occupazione di Agraria per difendere l'Università Pubblica e la meritocrazi

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  1. Lupastro
     
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    IL CAMPEGGIO FUNZIONA BENE!

    PRIMA NOTTE: 53 STUDENTI A PERNOTTARE, CIRCA 30 VISITATORI

    SECONDA NOTTE: 46 STUDENTI A PERNOTTARE, CIRCA 20 VISITATORI
     
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  2. hailunna
     
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    Domani VENERDI' 10 OTTOBRE MANIFESTAZIONE CONTRO LA LEGGE 133. Ritrovi alle 7.30 presso il campeggio in facoltà, ore 9 davanti a Palazzo Nuovo, ore 10 Piazza Arbarello

    Inoltre è stato messo online un video del campeggio

    http://it.youtube.com/watch?v=9iq7IHZ7DaI
     
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  3. r0ck3r
     
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    Ciao, sono uno studente delle superiori e sto cercando di fare informazione nella mia scuola assieme ad altri miei amici perchè almeno la gente sappia cosa sta succedendo.

    Vogliamo organizzare anche noi un'occupazione come la vostra perchè il problema lo sentiamo molto da vicino!
    Purtroppo nella mia scuola non sono ancora stati eletti i rappresentanti degli studenti ed inoltre, io e gli altri che mi aiutano, non abbiamo la minima esperienza su come gestire una cosa del genere.

    Dopo questa premessa vi chiedo tanti tanto consigli :D
     
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  4. Lupastro
     
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    Grazie a Gabriele per questo breve video, testimonianza preziosa per far vedere a tutti che cosa stiamo facendo!
     
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  5. Lupastro
     
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    Ieri sera a Grugliasco c'è stata una fiaccolata degli operai della Bertone: dal Comune alla fabbrica, con annesse famiglie, amici, sindacati, ecc.
    Noi abbiamo abbandonato il campeggio lasciandolo all aspecialistica, che ha grigliato caldarroste per un po', e siamo andati a offrire vin brulè agli operai, per strada, con il nostro striscione di apertura del corteo di ieri che diceva "anche l'operaio vuole il figlio dottore - università per tutti".
    C'era gente che non capiva perchè eravamo lì. C'era gente che ci ha ringraziato e ci ha detto che un piccolo gesto così ha dato un senso a una vita piena di sacrifici. di sessant'anni che piangeva commossa perchè gli sembrava di rivedere qualcosa di molto, molto fa.
    Applausi anche dal Sindaco e da tutte le componenti partitiche che hanno partecipato.
    Le donne erano le più incazzate, qualcuna ci ha chiesto se abbiamo da mangiare se no ci porta un po' di torte salate.
    C'era anche l'ANPI: ci hanno detto di continuare quello che hanno iniziato loro perchè a loro è rimasto poco tempo, mentre noi ne abbiamo tanto.
    Lì sono crollato, perchè questi 4 giorni sono stati intensi e un momento così profondo, così talmente simile a pagine di storia scritte 40 anni fa, mi hanno davvero commosso... ho pianto di stanchezza e di soddisfazione.

    Chiedo a tutti quanti di far girare il comunicato in allegato a più persone e mailing list possibili, magari chi è capace lo converta in pdf, per farlo sapere ad altre città d'Italia, ai ricercatori, ai docenti, ai propri genitori, ai consiglieri comunali, agli amici, alle associazioni, ecc.
    Lo trovate anche sul nostro nuovo blog del Faggio www.ilfaggiounito.blogspot.com
    Grazie
    Fulvio

    Edited by Lupastro - 11/10/2008, 19:14
    File Allegato

     
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  6. edo1980
     
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    ecco i video del corteo del 10 ottobre, fate girare
    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...1a44ac7e342c183

    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...beab21f8de8da70

    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...8f4a9cdb8beae16

    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...dbeed69d975cfc0

    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...291bdc5445fb492

    http://www.youreporter.it/view_video.php?v...d1eee574e9d5b89
     
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  7. Lupastro
     
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  8. Lupastro
     
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    Ieri sera grande corteo per accogliere la Gelmini che non si è vista. Oltre 10.000 persone, di sera, sotto la pioggia. Noi da Grugliasco ci siamo uniti ai Collettivi di Scienze.
    Nella sede di Fisica è stata montata una tenda che batte bandiera del Faggio, una sorta di gemellaggio "a futura memoria e a fratellanza d'intenti".
    Non era mai successo che il corteo dell'UniTO si unisse al corteo del PoliTO: è un fatto storico, oltre che di grande valore politico e simbolico.
    Il Rettore del Poli ha dichiarato che lui e altri Rettori si dimetteranno in massa: vedremo.

    Oggi si è svolta la proclamazione delle lauree triennali e magistrali sia ad Agraria che a Veterinaria.
    Abbiamo partecipato portando in aula striscioni e persino una tenda, spiegando a parenti e amici i motivi della nostra protesta.

    Le triennali di veterinaria sono state proclamate in campeggio, all'aperto, in presenza del Sindaco di Grugliasco e del tgr regionale e di diversi altri giornalisti.
    I neodottori hanno appoggiato la protesta e dichiarato di essere fieri di essere stati proclamati tali proprio sui prati occupati.

    Domani sciopero generale: si parte con Scienze da Palazzo Campana alle 9.00.

    Che stanchezza...

    Fulvio
     
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  9. Lupastro
     
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    PENSIERI DA AGRARIA OCCUPATA

    31/10/08

    Ciao!
    La manifestazione di ieri a Torino è stato un segnale importante che da anni mancava: noi studenti universitari eravamo tanti, tantissimi, coloratissimi, e abbiamo ballato per le vie di Torino insieme ai bambini (i loro occhi erano un'oceano d'innocenza, i loro sorrisi un cielo sereno, se li guardi un momento capisci subito perchè questa battaglia deve essere vinta ad ogni costo) e ai lavoratori.
    Il prossimo passo, forse, dovrebbe essere quello di entrare dentro le fabbriche, tornare a sigillare quel vecchio patto di mutuo soccorso tra studenti e operai, di cui forse non ci rendiamo conto dell'importanza.
    Ogni Facoltà è scesa in piazza con un proprio striscione e una propria appartenenza: questo non è mai avvenuto e dobbiamo ricordarcene, perchè forse i tempi sono maturi per un ritorno alla partecipazione politica universitaria di tanti, tantissimi studenti, e per rendere sempre più forte e partecipato questo Coordinamento UniTO Interfacoltà.

    Dopo il corteo del 30 ottobre, tra stanchezza, commozione, sorrisi, musica, siamo tornati al campeggio, all'Università, a casa nostra.
    Questa notte al campeggio di Agraria e Veterinaria Occupate ha piovuto. E tanto. Un vero diluvio.
    Lascio immaginare cosa significhi dormire in tenda in queste condizioni in questo periodo dell'anno.
    La vita all'aperto è fatta di sacrifici, dipende dal clima prima che da tutto il resto, solo chi la vive in prima persona può capire cosa questo significhi.
    Sia le temperature rigide e sia le precipitazioni ci impongono di modificare la nostra mobilitazione.
    Come studenti abbiamo deciso una data in cui smonteremo tende e teloni: il 14 novembre la maggior parte delle tende verranno tolte e quella che da 25 giorni è casa nostra tornerà ad essere un prato.
    Ci riorganizzeremo per vedere se sia possibile proseguire la protesta al chiuso, coinvolgendo i nostri precari e i nostri docenti, o se daremo semplicemente luogo ad un'assemblea permanente quotidiana nel nostro Campus: è fondamentale, oltre che necessario, continuare la mobilitazione nella nostra sede.

    L'11 Novembre al campeggio ci sarà la Festa di Fine Anno Agrario: convocheremo in questa data un'assemblea del Coordinamento UniTO da noi in modo da condividere idee e proposte, prima, e vino e cibo, dopo. Speriamo che anche i Collettivi nati da poco possano partecipare in modo da sigillare un patto di mutuo soccorso tra gli stduenti di tutte le Facoltà.
    Il 13 Novembre ci presenteremo in massa al Senato Accademico Allargato convocato dal Rettore a Torino con qualche tenda, per ricordare al Rettore che tutte le sedi universitarie sono in mobilitazione e che nonostante i mezzi e i metodi siano differenti, ci si è mossi tutti nella stessa direzione.
    Il 14 alcuni di noi hanno intenzione di andare a Roma: se qualcuno ci fa sapere come, dove e quando si organizzano treni speciali (speriamo treni e non pulman...) gliene sarei grato.

    Informo il Coordinamento, come già espresso all'ultima NO GELMINI, che a Grugliasco dalla protesta passeremo alla proposta: abbiamo intenzione di analizzare la nostra Facoltà, con il supporto di docenti, ricercatori, precari, dati alla mano, per avere un'idea più chiara su cosa va e cosa non va. Ad esempio: i soldi della nostra Facoltà, in quale misura vengono destinati alla gestione amministrativa, alla ricerca e ai servizi agli studenti? Credo che ogni Facoltà dovrebbe iniziare, a partire dal proprio collettivo, questa analisi, da consegnare poi nei vari Consigli di Facoltà
    Se vogliamo cambiare in meglio l'Università dobbiamo prima capire come questa funziona adesso, Facoltà per Facoltà. Questo può essere facilitato mantenendo un contatto diretto con i rappresentanti degli studenti e iniziando a coinvolgerli se questo non è ancora avvenuto.
    Il miglior modo di protestare è la proposta di un'alternativa.

    Vi abbraccio,
    buona Notte di Samhain (oggi chiamata Halloween)

    Una zampata a tutti

    Fulvio
    349/8880282
    Collettivo IL FAGGIO
    www.ilfaggiounito.blogspot.com
     
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  10. Lupastro
     
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    DA GIOVEDI' 6 NOVEMBRE NOTTE L'OCCUPAZIONE DI AGRARIA E' STATA SPOSTATA DENTRO I LOCALI DELL'EDIFICIO AULE, NELL'ATRIO DEL PRIMO PIANO, PER MOTIVI CLIMATICI E NON PER MOTIVI POLITICI.
    CHIUNQUE VOLESSE PARTECIPARE, SI PORTI MATERASSINO, SACCO A PELO, CIBO... AL CALDO SI RESISTERA' MEGLIO E CI SI POTRA' ANCHE ORGANIZZARE MEGLIO.

    Fulvio
     
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  11. Lupastro
     
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    Programma dei prossimi giorni:

    Lunedì 10 Novembre
    ore 12.00 Senato Studenti in via principe amedeo 10, vicino a Palazzo Campana (discuterà della Legge 133 e prenderà posizione)

    Martedì 11 Novembre
    ore 13.30 Festa di Fine Anno Agrario A.S.A. e A.U.S.F.
    ore 15.00 Coordinamento UniTO organizzata dal FAGGIO
    ore 17.00 Assemblea NO GELMINI ospitata ad Agraria e Medicina Veterinaria
    ore 19.00 Festa di Fine Anno Agrario con polenta, caldarroste e vin brulè
    ore 24.00 Assemblea di Occupazione Agraria-Veterinaria

    Mercoledì 12 Novembre
    ore 17.30 Consiglio Comunale a Grugliasco

    Giovedì 13 Novembre
    ore 15.00 Senato Accademico allargato (noi studenti presidieremo in massa il massimo organo politico dell'Ateneo)

    Venerdì 14 Novembre
    Sciopero Nazionale dell'Università: corteo a Roma, treni speciali a 10 euro (i partecipanti saranno ospitati nelle sedi occupate de La Sapienza: portarsi cibo e acqua)

    Sabato 15 Novembre e Domenica 16 Novembre
    Giornate di assemblee nazionali a La Sapienza

    Lunedì 17 Novembre
    ore 18.00 Assemblea di Occupazione Agraria-Veterinaria
     
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  12. Lupastro
     
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    CITAZIONE
    Gent.mi,
    prego voler prendere visione di questa mozione sui fatti accaduti nella Conferenza di Ateneo di ieri pomeriggio. Ci sembra che le dichiarazioni rilasciate costringano il Senato degli Studenti a prendere posizione su tali fatti.

    Cordiali Saluti

    A.B.


    Torino, 14 novembre 2008

    Oggetto: mozione del Senato Studenti in relazione alla Conferenza d'Ateneo del 13 novembre 2008.

    Il 13 novembre 2008 si è tenuta la Conferenza d'Ateneo in cui sono intervenuti alcuni studenti, in relazione alla L. 133 e alle forme di protesta che si sono originate contro questo provvedimento normativo.
    Uno studente, coordinatore dell'Assemblea No-Gelmini, ha chiesto di essere considerato l'unico interlocutore delle istituzioni accademiche per quel che riguarda i contenuti sull'Università della legge.

    La neopresidente del Senato degli Studenti Alice Arena ha affermato che l'Organo dell'Ateneo rappresentativo della componente studentesca è quello eletto democraticamente con elezioni regolari: il Senato degli Studenti. Nessuno può auto-nominarsi rappresentante degli studenti.
    In seguito è stata data lettura della mozione approvata in Senato Studenti, frutto di un confronto nel merito delle questioni, nella più ampia consapevolezza del ruolo dell'Organo.
    Alice Arena ha dimostrato grande coraggio nell'affrontare la situazione senza farsi intimorire dalle minacce di una minoranza ed è stata l'unica a rappresentare veramente la componente studentesca.

    Pertanto esprimiamo la più grande stima e unità nei confronti della Presidente Alice Arena e di tutti coloro che difendono la democrazia e le sue Istituzioni. Chiediamo al Senato Studenti di esprimersi attraverso un voto su questa mozione.

    Alberto Biasco
    Capogruppo di Obiettivo Studenti

    15 Novembre 2008

    Buongiorno Senato Studenti!

    Rispondo un po' esaurientemente in quanto:
    - ciò che è stato scritto mi vede chiamato in causa direttamente
    - si sta facendo un po' di confusione.
    Inizio dicendo una cosa che ripeto fin dall'inizio del nostro mandato: le questioni personali lasciamole fuori dalle istituzioni, che siamo stati eletti per rappresentare i nostri colleghi, non per fare i cazzi nostri.

    Il 13 al Senato Accademico io c'ero: ho visto e ascoltato sia Davide Grasso (portavoce e non coordinatore! Poteva esserci Leonard di Unilibera o io del Faggio al suo posto) per l'Assemblea No Gelmini che Alice Arena per il Senato degli Studenti.
    Non ho scorto contrapposizione tra i due interventi, anche perché erano intesi con finalità differenti da organizzazioni differenti: un movimento il primo, un'istituzione il secondo.
    Davide Grasso ha esposto le richieste dell'Assemblea No Gelmini: tra le tante (ognuna frutto di settimane di discussione e mediazione tra le varie componenti) c'era anche quella che diceva "riconoscere come interlocutore esclusivo della mobilitazione della componente studentesca l'Assemblea No Gelmini".
    Alice Arena ha letto la mozione del Senato Studenti spiegando perché non fosse stata votata all'unanimità ma solo a maggioranza.

    Per me, le due cose non sono contrapposte e anzi si completano, e ne spiego il motivo dal mio punto di vista: io siedo in Senato Studenti, massimo organo di rappresentanza studentesca, faccio parte della No Gelmini attraverso il mio collettivo e concilio le due cose molto bene, perché vivo entrambi questi impegni (uno istituzionale, l'altro di culturale-politico) come due facce dello stesso mondo, ovvero la difesa dei diritti degli studenti e il coordinamento delle azioni di protesta/proposta da portare avanti contro i provvedimenti del governo che disintegrano l'Università pubblica e trasformano la cultura e il libero sapere da bene comune a merce.
    Non sono il solo a comportarmi così, a vivere le cose in questo modo, proprio perché non è una questione mia personale quanto invece una necessità collettiva.
    Il movimento farebbe un bel salto di qualità se anche noi senatori ci impegnassimo al suo interno attraverso i collettivi delle nostre singole Facoltà, abbiamo informazioni e abbiamo maturato abbastanza esperienza da essere utili, utilissimi a tutti gli studenti che in questi mesi stanno lottando, e penso che potremmo essere determinanti nel perseguimento degli obiettivi, oltre che nel contatto con le varie componenti degli organi collegiali.

    Invito tutti i senatori degli studenti a prendere parte alla mobilitazione molto più attivamente rispetto a quanto fatto fino ad oggi: io continuerò a difendere il movimento e il Senato degli Studenti allo stesso modo, perché credo profondamente nel ruolo che entrambi hanno all'Università.

    Movimento studentesco (del quale l'Assembla No Gelmini è solo uno strumento, non un fine!) e istituzione (Senato Studenti) non sono contrapposti, come tu Alberto vorresti che fosse portando al voto quella mozione, perché è questo l'unico intento che io vedo da parte tua e dei tuoi colleghi ciellini: muovere guerra al movimento attraverso il Senato Studenti (istituzione), facendo leva sulle questioni personali che legano alcuni esponenti del movimento ad alcuni senatori.
    Per farti un altro esempio, Alberto: l'occupazione del Campus di Grugliasco è avvenuta fin dal primo giorno sventolando una sola bandiera, quella italiana, proprio per far capire che noi studenti non vogliamo essere strumentalizzati da alcun partito, ma siamo in sintonia con le istituzioni, ne siamo parte integrante, anche senza cariche istituzionali: noi siamo lo Stato, noi siamo l'Università, non chi viene votato e poi non fa un cazzo a parte prendersi i soldi e facendo impegolare il Senato Studenti in discussioni lunghissime senza senso e prive di interesse concreto nei confronti dei diritti degli studenti. Quindi fai anche attenzione a considerare questo aspetto: la partecipazione, la quale deriva dall'informazione.
    Fino a che ci sarà un solo senatore degli studenti a ricordare questo, la frattura che tu ed altri vorreste creare tra rappresentanti e studenti non sarà mai definitiva, mai.
    Anzi, noi dovremmo gradualmente diminuire la distanza tra noi rappresentanti e studenti in modo da essere davvero rappresentativi: oggi ne abbiam l'opportunità, andiamo a incontrarli, a sentire che cosa vogliono dirci!

    E poi: se fossi stato io a leggere le richieste del movimento al Senato Accademico quella sera? Io sono stato eletto dagli studenti! Quale scusa avresti tirato fuori in questo caso? La mia infermità mentale? Il pericolo dell'estremismo verde di Agraria, l'allarme degli alberi che marciano sul Rettorato?
    Le minacce e gli attacchi non sono stati fatti dal movimento ad Alice o dal movimento al Senato Studenti, ma da alcune persone (che in questo caso partecipano al movimento) ad Alice (e mi pare anche a qualcun altro).
    Io non minaccio nessuno. Io faccio parte del movimento e non ho mai attaccato Alice per conto del movimento, non c'è bisogno di minacciare per far valere le proprie ragioni, bastano i fatti.
    L'Assemblea No Gelmini tiene insieme tanti e tali componenti che tu e i tuoi colleghi non potete neppure immaginare quanta fatica si faccia a mantenerli tutti nella stessa direzione: se ci siamo riusciti fino ad oggi, significa che ci riusciremo ancora a lungo, nonostante questo tuo ridicolo modo di voler seminare veleno e fomentare tensione, inneggiando al coraggio di una persona che a maggio 2007 avresi voluto vedere sommersa di merda.

    Alla tua mozione se ne affiancherà un'altra proposta dal sottoscritto, che terrà conto dei fatti e non delle rielaborazioni personali o collettive di questa o quella parte politica: sarà una mozione scritta dagli studenti per gli studenti, nella quale richiederò il massimo appoggio all'Assemblea No Gelmini, non per le persone che ne fanno parte, ma per i contenuti e le proposte che da questo movimento stanno uscendo. Come Senato Studenti abbiamo voluto ignorare gli studenti per oltre un mese su questa mobilitazione, adesso basta: adesso dobbiamo considerarli e dobbiamo anche dargli una mano, visto che si prospettano tempi duri e difficili, per tutti. Il Senato degli Studenti non può promuovere l'agitazione, ma può far sapere di essere d'accordo, di voler mantenere un dialogo, di aprire tavoli di confronto, di chiamare tutti i collettivi di facoltà per sapere che cazzo sta succedendo e perché e come e per quanto.
    Le occupazioni dureranno a lungo, prima iniziamo a capire cosa sta succedendo, come Senato Studenti, e meglio è.

    Invio questa discussione anche al Coordinamento UniTO e a tutti i collettivi: sono sempre più dell'idea che sia necessario far sapere che cosa succede in Senato Studenti, chi dice che cosa, chi fa che cosa, in modo da rendere più studenti possibili partecipi e consapevoli di chi porta la loro voce negli organi collegiali.

    Ci vediamo in Senato Studenti, dato che non credo parteciperai alle assemblee studentesche dei prossimi giorni, forse perché lì non c'è alcun gettone di presenza da prendere, talmente ci tieni alla tua democrazia, evidentemente e necessariamente differente dalla democrazia che tutti noi, studenti, stiamo difendendo anche per te e per i tuoi figli, con questa mobilitazione.

    E lascia perdere i convenevoli formali: non usare la parole "gentile" se non ne conosci il significato, i tuoi saluti non sono realmente "cordiali" e infine il tuo definirti "Capogruppo di Obiettivo Studenti" fa ben capire a tutti quanti che non ti consideri un rappresentante degli studenti, bensì un partecipante al giochetto del piccolo politico in carriera.

    Buona o meno che sarà, Alberto, la tua sarà minoranza.

    Fulvio
    Rappresentante degli Studenti della Facoltà di Agraria
    Collettivo di Agraria - IL FAGGIO
    Assembla No Gelmini di Torino
    Segretario del Senato degli Studenti
    349/8880282
     
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  13. Lupastro
     
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    Ecco il documento uscito dalla due giorni di assemblea nazionale a Roma - La Sapienza:

    DOCUMENTO ROMA: DIDATTICA -

    Primo workshop: la didattica
    La complessità emersa nell´ambito di una discussione sull´autoriforma
    della didattica, ha messo in luce la molteplicità di articolazioni
    possibili tramite le quali immaginare una ristrutturazione dei
    processi didattici, cosi da poterli ripensare come non piu asserviti
    alla logica di disciplinamento introdotta dall´università del 3+2. Al
    tempo stesso queste differenze e pluralitá attestano tanto l´inevitabilità di contestualizzare queste riarticolazioni a contesti
    specifici, quanto la necessità diffusa di ripensare una trasformazione
    radicale dei processi formativi.
    Infatti, pur nelle differenze é emersa una chiara e totale opposizione
    al modello definito in Italia dal 3+2. Dall´assemblea si é prodotto
    quindi un dibattito complesso, espressione dell´esigenza dei
    differenti nodi di affrontare una discussione progettuale sull
    l´autoriforma della didattica che dovesse tenere conto dell
    l´articolazione di un confronto assembleare dal quale potessero
    risaltare la volontà di avviare un processo costituente e non di
    arrivare ad una definizione finale ed univoca delle pratiche che nell
    l´attraversamento quotidiano delle facoltá e degli atenei giá aprono
    spazi di riappropriazione e decisione.
    Da questo punto di vista sono emersi punti di convergenza vertenziali
    tra le differenti realtá.
    1) Abolizione del sistema del 3+2 così come del sistema del credito.
    Da questo punto di vista si è prodotto un dibattito non sintetizzabile
    sulle modalità attraverso cui raggiungere l´obiettivo.
    2) Critica alla parcellizzazione degli esami e proposte di
    riaccorpamento per favorire un sapere critico e complessivo
    3) Rivendicazione di un´equa retribuzione del lavoro svolto in stages
    e tirocini: in ogni caso va garantito il carattere facoltativo degli
    stessi.
    4) Critica della meritocrazia e sua applicazione in Italia. Non devono
    esistere poli di eccellenza contrapposti al resto delle universitá, a
    maggior ragione se autoproclamati come nel caso dell´AQUIS. In secondo
    luogo si è svolta una critica ai parametri di valutazione schiacciati
    sulla produttivitá, e nello stesso tempo si sono proposte nuove forme
    che privilegiassero la valutazione dal basso e la qualitá.
    5) Abolizione dei blocchi all´accesso e lungo il percorso di
    formazione superiore. I blocchi devono essere eliminati sia come
    sistema di esclusione dal diritto allo studio, sia come filtri
    progressivi di stratificazione sociale.
    6) Abolizione della frequenza obbligatoria come strumento di controllo
    sui tempi di vita e di studio.
    7) Revisione dei piani di studio nella direzione di una conquista di
    una maggiore libertà dei propri percorsi formativi.
    8) Le università del sud Italia hanno posto ulteriori motivazioni alla
    necessità della natura pubblica dell´università. La specificità dei
    loro territori pone l´accento su una massiccia corruzione.
    Il dibattito del workshop è stato attraversato da un´analisi comune:
    quello di concepire il processo di autoriforma non come un disegno
    organico o un intervento legislativo, ma come il recupero di spazi di
    decisione diretta da parte degli studenti. Questo ha significato
    critica alla rappresentanza studentesca, ai processi di
    gerarchizzazione dell´amministrazione universitaria, e necessità dell
    l´organizzazione autonoma del conflitto: riappropriazione di spazi
    (biblioteche, laboratori, aule autogestite, etc.) e di tempo,
    diffusione critica e autonoma del sapere.
    Accanto a questo si è sviluppato un dibattito articolato e aperto
    sulla proposta dell´autoformazione: questa è una tra le varie pratiche
    sperimentate per l´inflazionamento e il sabotaggio del sistema del
    credito. La discussione su modalità autogestite di didattica ha dato
    spunto per proporre e approfondire la didattica partecipata, e che, in
    ogni caso, destrutturasse un rapporto gerarchico e verticale nella
    trasmissione del sapere: così come ha posto molta attenzione alla
    formazione non come accumulo indistinto di nozioni, ma come produzione
    di sapere critico.
    Concludiamo ricordando l´indicazione di metodo rispetto al
    proseguimento delle lotte indicate durante questi due giorni: la
    cooperazione nasce dal dibattito propositivo e non ideologico tra le
    varie realtá che sperimentano in maniera autonoma conflitto dentro l´università.

    - DOCUMENTO ROMA:
    DIRITTO ALLO STUDIO E WELFARE -


    Secondo workshop: welfare e diritto allo studio
    Il workshop di ieri è stato partecipato da circa un migliaio di
    persone, al pari degli altri due. Si tratta, evidentemente, di un dato
    eccezionale dal punto di vista della quantità, in piena continuità con
    l´assemblea nazionale nel suo complesso e con queste straordinarie
    settimane di mobilitazione che stiamo vivendo. Ma c´è di più. Il dato
    della discussione di ieri è eccezionale anche dal punto di vista
    qualitativo. I quasi cento interventi da tutte le città che si sono
    susseguiti per più di sette ore di intensa discussione segnano un
    deciso e importante passaggio in avanti nell´elaborazione collettiva e
    nella costruzione di agenda politica su temi assolutamente decisivi
    per il movimento.
    Lo slogan che attraversa e che maggiormente caratterizza le
    mobilitazioni universitarie, "Noi la crisi non la paghiamo", definisce
    già con chiarezza la centralità delle questioni del Welfare e del
    lavoro dentro la riflessione politica e i processi di conflitto che si
    sono dati nelle mobilitazioni di queste settimane.
    Sulla crisi finanziaria globale si registrano varie interpretazioni,
    talora contrastanti anche negli stessi ambiti del pensiero critico e
    radicale. In questo workshop, com´è stato più volte ribadito, il
    nostro obiettivo non era la definizione in termini di analisi di
    genealogia e tendenze dell´attuale crisi: essendo questo un tema di
    straordinaria importanza e attualità, preferiamo a tal fine proporre
    fin da subito la costruzione di uno o più momenti seminariali. Il
    nostro punto di partenza è stato invece la definizione del carattere
    politico e il terreno di lotta che attorno al tema della crisi si
    apre, più precisamente sul problema della decisione della
    distribuzione della ricchezza sociale in un contesto che dalla crisi è
    profondamente segnato.
    Il presente movimento si muove all´interno di una doppia crisi: quella
    finanziaria e quella dell´università. Quest´ultima in Italia assume
    caratteristiche peculiari, determinate dallo storico disinvestimento
    nel sistema dell´istruzione e della ricerca, e dalle strategie di
    smantellamento operate dai governi di centro-destra così come da
    quelli di centro-sinistra.
    In questo quadro, come emerso dalla discussione, i processi di
    aziendalizzazione dell´università e i tagli dei finanziamenti alla
    ricerca e alla formazione si accompagnano all´aumento delle spese di
    guerra, ai fondi statali regalati alle imprese private, al piano salva-
    banche. La retorica degli sprechi e del contenimento del debito
    pubblico, abbondantemente utilizzata dal Governo nel tentativo di
    giustificare i tagli mortali contenuti nella legge 133, rivela qui
    infatti la sua natura puramente ideologica.
    Tutto ciò, soprattutto, permette di individuare nell´università un
    terreno di lotta di particolare importanza, a partire da cui produrre
    dei processi di generalizzazione del conflitto. La parola d´ordine
    "noi la crisi non la paghiamo" indica quindi non una semplice istanza
    espressa da un particolare soggetto sociale, ma la sua capacità di
    parlare il linguaggio dell´intera composizione del lavoro e del
    precariato contemporaneo, proprio in virtù della centralità di
    studenti e saperi nelle forme attuali della produzione. Quello della
    generalizzazione è uno dei punti particolarmente sottolineati nel
    corso della discussione, come posta in palio delle possibilità di
    sviluppo dello straordinario movimento che sta stravolgendo le
    compatibilità che si credevano imposte dal governo Berlusconi. Non a
    caso, la Cgil è stata costretta a indire lo sciopero generale sotto la
    spinta e la forza dell´onda.
    Nel workshop si è prodotta una ricca discussione che ha permesso di
    fare un importante passo in avanti, di analisi e di merito politico,
    nella riconfigurazione del diritto allo studio e nelle battaglie
    attorno ad esso. L´attacco al diritto allo studio non assume più solo
    i tratti classici dell´esclusione, ma dei nuovi processi di selezione
    e inclusione differenziale direttamente interni al sistema
    universitario.
    Laddove i diritti sociali non sono più garantiti dal welfare pubblico,
    l´indebitamento rappresenta una costrizione per continuare a
    soddisfare bisogni collettivi, quali ad esempio la formazione e l
    l´accesso ai saperi. Nonostante l´irrisorio e propagandistico
    stanziamento di fondi per le borse di studio, strettamente regolato
    dal sistema meritocratico, il progetto complessivo di trasformazione
    dell´università va nella direzione di un aumento delle tasse d
    l´iscrizione. In questo contesto, se il diritto allo studio è
    certamente garantito dalla Costituzione, esso è di fatto non solo
    disatteso nella pratica, bensì nel nuovo contesto produttivo assume
    nuove caratteristiche. Infatti, un numero crescente di persone entra
    nel sistema dell´istruzione superiore nella misura in cui sono
    costrette a indebitarsi e si dequalificano i saperi a cui hanno
    accesso. I processi di lotta si spostano quindi sul piano del mercato
    del lavoro (sempre più regolato e intrecciato alla produzione di
    saperi e formazione), dei processi di gerarchizzazione e del welfare.
    Di pari passo, il diritto allo studio si riconfigura come battaglia
    sulla qualità dei servizi e riqualificazione e autogestione dei
    saperi. Allora, prendendo anche atto del fallimento delle agenzie per
    il diritto allo studio, la lotta contro l´aumento delle tasse e la
    liberalizzazione dell´accesso, si deve accompagnare a una battaglia
    sulla qualità dei servizi, contro i numeri chiusi, per il non
    ripagamento dei prestiti d´onore (ovvero il sistema italiano del
    debito, ancora non pienamente affermato ma in via di tendenziale
    espansione).
    Una battaglia, quindi, contro qualsiasi tentativo di scaricare su
    studenti e precari i costi della crisi finanziaria e dell´università.
    La crisi la paghino invece le banche e le imprese, i governi e i
    baroni, oggi tutti alleati ben al di là delle retoriche su sprechi e
    corruzione.
    Se la sfida lanciata dal movimento ha nell´università un terreno
    privilegiato, deve al contempo riuscire a generalizzare le proprie
    istanze per poter aprire un terreno di più complessiva lotta sul
    welfare. Da questo punto di vista, è stato evidenziata l´inesistenza
    in Italia di ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno al reddito
    Per gli studenti e i precari. Occorre allora reclamare anche in Italia
    forme di erogazione, dirette e indirette, di reddito per gli studenti
    e i precari che vadano nella direzione dell´autonomia e dell
    l´indipendenza e del rifiuto delle forme di precarizzazione.
    La discussione ha elaborato delle proposte di agenda e campagna
    politica verso lo sciopero generale e generalizzato del 12 dicembre e
    oltre.

    - DOCUMENTO ROMA: RICERCA FORMAZIONE LAVORO -

    Terzo workshop: Ricerca, Formazione e lavoro
    Ricerca, formazione, lavoro. Questi i temi di cui abbiamo discusso
    durante la giornata di ieri, dal nostro punto di vista, dal punto di
    vista dell´onda. Abbiamo chiamato il nostro percorso autoriforma,
    autoriforma dal basso dell´universita?. Autoriforma dal basso per noi e
    travolgere questa università, attraversarla con i nostri desideri e
    le nostre proposte, proposte che
    vogliamo costruire a partire dalla comprensione della sua crisi e del
    suo rapporto con la societa?.
    Una crisi esplosa da tempo e approfondita da un quindicennio di
    pessime "riforme" volte ad aziendalizzazione e privatizzazione dell
    ´universita?, che i provvedimenti di questo governo trasformano in
    catastrofe. Pensiamo al taglio del FFO, al blocco del turnover , ma
    soprattutto alla trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto
    privato, alle sue conseguenze in termini di discriminazione di censo
    nell´accesso a un´istruzione di qualita? e di destrutturazione dell
    ´intero Sistema universitario nazionale. Effetti che non potranno non
    aggravare le gia? critiche condizioni della scuola di ogni ordine e
    grado.
    Non dimentichiamo pero? le responsabilita? di chi l´universita? ha
    gestito con meccanismi corporativi e clientelari, di chi soffoca la
    ricerca per mezzo di un´opprimente gerarchizzazione, di chi ha
    costruito un sistema fondato sullo sfruttamento generalizzato del
    lavoro precario, di chi ha oramai accettato l´idea di un drastico
    restringimento dell´accesso a un´istruzione pubblica di qualita?. Il
    nostro obiettivo è stanare e denunciare queste aberrazioni ovunque si
    manifestano, conoscerle per scardinarle. E´ superare il cosiddetto
    3+2, contrastare i suoi effetti di frammentazione e scadimento della
    didattica funzionali allaproduzione di lavoratori precari e
    ricercatori al servizio del privato o dell´impresa di turno.
    In due mesi di mobilitazioni abbiamo dimostrato di non avere alcuna
    intenzione di lasciarci incantare dalle false aperture del ministro
    Gelmini o chiuderci nel recinto di uno studentismo vuoto e arrogante.
    Abbiamo gridato dalle piazze di tutta Italia la nostra consapevolezza
    che solo l´unione e la generalizzazione di proteste particolari puo?
    rovesciare quei rapporti di forza che schiacciano il mondo dell
    ´istruzione e della ricerca tanto quanto quello del lavoro. Solo il
    continuo coordinamento e allargamento della protesta potra? portare a
    un reale cambiamento nelle politiche del governo e per questa ragione
    aderiamo allo sciopero generale indetto per il 12 dicembre con la
    promessa di farlo vivere nelle nostre metropoli e in qualunque luogo
    raggiunto dall´Onda. Il nostro sciopero sara? dunque all´insegna della
    generalizzazione delle mobilitazioni, della lotta contro la
    precarieta? e per l´abolizione di tutte le forme di lavoro
    parasubordinato contenute nella legge 30, contro ogni discriminazione
    di genere, cultura e razza, contro la criminalita? organizzata che
    strangola il nostro Sud e sempre piu? anche il nostro Nord.
    Autoriforma e? il percorso concreto di elaborazione, d´inchiesta e di
    conflittualita? che mette in crisi il sistema attuale, che propone un
    modello diverso di universita? attraverso una critica radicale dell
    ´esistente. Vogliamo costruire un´universita? pubblica, democratica ed
    accessibile a tutti.
    Per questo sentiamo l´urgenza, in questa fase di crisi profonda del
    modello sociale ed economico neoliberista, di un´universita? che
    sappia dare il suo contributo alla costruzione di un nuovo e piu? equo
    modello di sviluppo. Il nostro punto di partenza sara? l´analisi della
    ricerca concretamente prodotta dalle nostre universita? ed enti, delle
    sue ricadute sul territorio, la creazione di sapere critico e la
    moltiplicazione delle esperienze di autoformazione e didattica
    alternativa cui abbiamo dato vita nelle nostre mobilitazioni.
    1) L´indipendenza e l´autonomia della ricerca sono per noi principi
    fondativi. La ricerca non deve essere subordinata a logiche di
    mercato: le risorse e le strutture pubbliche dalle quali essa dipende
    non possono essere messe al servizio di interessi privati. Il sapere è
    un bene pubblico, una produzione collettiva e per questa ragione non
    appropriabile: i suoi risultati devono essere socializzati, ossia
    posti al servizio dell´intera societa?. Per questo riteniamo
    essenziale lo sviluppo di forme non commerciali della loro tutela (GPL/
    Creative commons) in contrapposizione al brevetto nonche? il sostegno
    all´editoria scientifica open source ed una stretta sinergia tra
    ricerca e didattica. Siamo pero? consapevoli che l´emergenza attuale
    ha tra le sue cause principali il cronico sottofinanziamento delle
    attivita? di ricerca, che deve essere portato almeno ai livelli
    indicati dal Trattato di Lisbona (3 per cento del Pil contro l´attuale
    1 per cento). E poiche? una ricerca libera non puo? esistere senza
    ricercatori autonomi e indipendenti da ogni condizionamento, la
    democratizzazione dell´accesso ai fondi e la sua apertura ai
    ricercatori non strutturati e ai dottorandi e? per noi condizione
    irrinunciabile.
    2) L´autonomia della ricerca e la qualita? dell´universita? pubblica
    non possono essere disgiunte dalla realizzazione di un nuovo concetto
    di valutazione.
    Tale concetto, piu? complesso della combinazione di indici
    presuntamente quantitativi, non deve essere legato al contenimento del
    bilancio, alla produzione di brevetti o al semplice numero delle
    pubblicazioni. Pensiamo che la valutazione debba essere intesa anche
    come rendicontazione sociale delle attivita? degli atenei e del
    sistema nel suo complesso, che non
    possa prescindere dai contesti territoriali in cui le universita? sono
    inserite.
    Contemporaneamente, ribadiamo che anche docenti, ricercatori e
    dottorandi dovrebbero essere coinvolti nei processi di valutazione.
    Gli esiti della valutazione della didattica e della ricerca dovrebbero
    condizionare la distribuzione di parte dei finanziamenti per gli
    atenei sia nella distribuzione dei finanziamenti ai singoli.
    3) Il problema del reddito e? sicuramente trasversale a tutto il corpo
    vivo dell´universita?: studenti dottorandi e ricercatori precari.
    Al lavoro di ricerca, perche? di lavoro si tratta, devono
    corrispondere un salario adeguato e i diritti stabiliti dallo statuto
    dei lavoratori. La moltitudine di tirocini, stage e praticantati tutti
    rigorosamente non retribuiti non sono piu? tollerabili, cosi? come la
    dilagante attivita? didattica a titolo gratuito. Ogni prestazione deve
    essere contrattualizzata al piu? come forma di lavoro
    subordinato a tempo determinato e in tal caso deve essere garantita la
    continuita? del reddito, diritto fondamentale di cui chiediamo l
    ´estensione a tutti i lavoratori precari. Non solo, commossi dall
    ´attenzione del ministro Gelmini alle condizioni degli edifici
    scolastici, rivendichiamo ambienti idonei di studio, lavoro e ricerca.
    4) Il dottorato di ricerca e? il piu? alto grado dell´istruzione
    italiana e contemporaneamente l´introduzione all´attivita? di ricerca.
    Vanno dunque garantiti adeguati percorsi didattici e il diritto all
    ´autonomia economica. Questo significa in particolare l´immediata
    soppressione dei dottorati senza borsa e il pagamento di tasse di
    iscrizione. I dottorandi dovrebbero vedere riconosciuti i loro diritti
    per mezzo di uno statuto nazionale a loro dedicato. Per quanto
    riguarda le specializzazioni e? emersa la necessita? di nuove
    procedure concorsuali trasparenti. Le mansioni affidate agli
    specializzandi non devono mai oltrepassare le competenze previste
    dalla legge.
    5) Per quanto riguarda la spinosa questione del reclutamento,
    ribadiamo la nostra ferma opposizione al blocco del turnover. Ma
    questo non ci basta, dopo anni di blocco dell´accesso ai giovani che
    ha esasperato la precarieta? e incentivato la fuga dei cervelli.
    Chiediamo l´istituzione di un contratto unico di lavoro subordinato
    una volta terminato il dottorato, di durata non
    inferiore ai due anni: esso deve sostituire l´attuale jungla di
    "contratti" precari. Tali misure non avrebbero tuttavia alcun senso
    senza un consistente reclutamento straordinario via concorso, che deve
    essere seguito da un reclutamento ordinario via concorso costante nel
    tempo. Per quanto concerne l´inquadramento della docenza, chiediamo l
    ´istituzione di un ruolo unico e
    l´incompatibilita? della libera docenza con contratti di diritto
    privato.
    6) I ricercatori precari, essenziali al funzionamento di tutte le
    universita? italiane, sono completamente assenti dagli organi
    decisionali delle stesse. E´ questo un elento chiave della
    gerarchizzazione del lavoro di ricerca e didattica. Come ogni altra
    >categoria nell´universita?, i ricercatori precari e i dottorandi
    devono partecipare ai processi decisionali tramite i loro
    rappresentanti eletti.
    7) L´Onda ha gia? valicato i confini nazionali. In tutta Europa si
    sono svolte manifestazioni di solidarieta? al movimento italiano.
    Questo fatto ci parla della dimensione transnazionale dei problemi che
    stiamo affrontando. Il lavoro di ricerca prevede la mobilita? come
    elemento irrinunciabile ma continuamente ostacolato dalle differenze
    dei diversi sistemi nazionali.
    Spesso le riforme, sgradite a chi l´universita? la vive, sono state
    giustificate in nome di una presunta volonta? di integrazione a
    livello europeo. Vogliamo sottolineare che uno spazio europeo della
    ricerca ancora non esiste e che il movimento deve assumersi la
    responsabilita? di cominciare a crearlo, non attraverso la normazione
    astratta ma attraverso la circolazione delle
    idee e delle lotte. L´osservazione dei diversi modelli di sistema
    universitario presenti al momento in Europa ci permette di rigettare
    immediatamente alcune ipotesi di sviluppo, come il modello
    anglosassone e il principio del debito di formazione, gia? ampiamente
    entrato in crisi in Inghilterra e negli Stati Uniti. In quest´ottica
    proponiamo la convocazione di una riunione
    europea che metta in circolo le diverse vertenze sviluppate dai
    movimenti di studenti e ricercatori precari.
    9) Questione di genere nella ricerca. Nella ricerca rimane aperta la
    stessa questione di genere che troviamo ovunque nel mondo del lavoro:
    da una parte la progressione dei carriera delle donne e? fortemente
    filtrata ai livelli piu? bassi, dall´altra le donne subiscono il
    perenne ricatto biologico, aggravato dalla precarieta?, per cui la
    maternita? diventa in realta? la via di espulsione dal mondo della
    ricerca.
    10) Se infatti autoriforma è anche e soprattutto un percorso condiviso
    di lotte questo workshop ha espresso una molteplicita? di strade che
    possono essere percorse a livello locale e nazionale:
    - Se il precariato è il problema di questa generazione una grande
    inchiesta sul lavoro precario nell´universita? ci sembra fondamentale,
    che porti ad un censimento a livello nazionale che ci permetta di
    tradurre nella forza dei numeri l´enormita? del fenomeno
    ? La congiunzione con la protesta della scuola
    ? Appello studenti, dottorandi e precari per lo sciopero generale/gli
    scioperi generali.
    ? Coordinamento con la scuola (insegnanti, genitori, precari, anti137,
    nogelmini, circoli genitori-insegnanti-universitari)
    ? Azioni locali contemporanee e condivise da tutto il movimento.
    Giornata nazionale della ricerca.
    ? Vertenze locali comuni studenti, ricercatori precari
    ? Sviluppare vertenze per l´Applicazione della Carta europea della
    ricerca.
    ? Iniziative di apertura verso l´esterno , nel territorio, di apertura
    dell´universita? alla
    cittadinanza, ai bambini delle scuole, alle famiglie, ai lavoratori.
    Seminari in piazza ecc.
    ? Gruppo di studio sulla valutazione.
    ? Occorre sviluppare una critica di tutti gli strumenti di governance
    universitari a partire dalla fondazione di diritto privato CRUI e dell
    ´autoproclamato circolo dei migliori atenei d´Italia, AQUIS
    ? Promuovere una assemblea Europea

    Una molteplicita? di strade ma molte di piu?, pensiamo, sono quelle
    che usciranno dalla fantasia di questo movimento, dalla forza della
    partecipazione che lo sta facendo vivere, dalla capacita? di
    sperimentare percorsi nuovi che ha mostrato in questi giorni di
    mobilitazione.
    >Il movimento deve durare, sappiamo che la nostra lotta avra? tempi
    lunghi ma sappiamo anche che, almeno per questo paese, e? una grande
    occasione e grande speranza.
     
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  14. Lupastro
     
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    User deleted


    L'occupazione del Campus di Grugliasco prosegue serenamente al coperto.
    Di ritorno da Roma abbiamo dato luogo all'iniziativa "IL CANTIERE DELL'ONDA" ovvero il laboratorio di discussione e confronto e rielaborazione di un'Università diversa.
    Noi a Grugliasco ci siamo divisi in gruppi di lavoro pere organizzarci meglio: la protesta si è evoluta in proposta per un'Università diversa e alternativa a quella esistente.

    - gruppo cittadinanza (contatti con popolazione, operai, studenti medi, progetto "coltiviamo la costituzione") ->
    coordinatore: Gabriele, cell. 392.5721809
    - gruppo stampa (informazione inter-intrafacoltà, etc) ->
    coordinatore: Mara, cell. 338.6392415
    - gruppo organizzazione seminari in metro ->
    coordinatore: Luca, cell. 349.0533197
    - gruppo leggi (legge 133 e varie) -> coordinatore da definire

    A questi gruppi potrebbero affiancarsene altri: invitiamo tutti a prendere parte e partecipare per capire e per renderci tutti quanti protagonisti del cambiamento.

    In corso di organizzazione ci sono diverse iniziative:
    - incontro antimafia con Pino Masciari il 27/11
    - incontri serali in Facoltà su temi di interesse studentesco (erasmus, rappresentanza studentesca, servizio civile, bosco diffuso dei diritti umani,ecc.)
    - partecipazione al corteo del 6 dicembre mattina insieme agli operai della Thyssenkrupp
    - partecipazione al corteo no tav del 6 dicembre pomeriggio in Val di Susa

    Aggiorneremo questa discussione passo passo.



    L'ORIZZONTE DEGLI EVENTI
    Opuscolo d'Informazione Ostinata dei Collettivi Universitari di Torino
    18 Novembre 2008 - numero 3 - pagina 4

    La protesta irriducibile al Campus di Grugliasco
    Agraria e Veterinaria in occupazione da più di un mese

    Grugliasco, 9 Novembre 2008.

    Siamo gli studenti delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino e dal 7 Ottobre (sono 34 giorni ad oggi!) occupiamo il Campus di Grugliasco sotto forma di campeggio per protestare contro i provvedimenti della Legge 133/08 e difendere l’Università pubblica e la meritocrazia. Ci siamo inventati questa piccola città di circa 40 tende, per presidiare democraticamente la nostra Facoltà, il nostro territorio, e abitarlo come cittadini: siamo qui tutti i giorni, a turno, anche sabato e domenica. Dalle sei, quando terminano le lezioni ufficiali, qui si accende il fuoco, si tengono assemblee, seminari, si organizzano lezioni in piazza, si discute e poi si cucina per tutti e si fa anche festa, perché non si resiste senza un po' di allegria. Proprio perché stiamo difendendo l’Università pubblica, abbiamo deciso di mettere una sola bandiera al campeggio: la bandiera italiana, il nostro tricolore nazionale, in modo da evitare qualsiasi strumentalizzazione. La nostra mobilitazione ha riscosso grande partecipazione tra gli studenti e il totale appoggio da parte dei Presidi e dei docenti, in quanto noi non blocchiamo le lezioni (perché privarci proprio il diritto allo studio per cui vogliamo lottare? al mattino chi esce dalle tende va a lezione!). Stiamo documentando tutto quanto, tra comunicati, foto, giornali e video, perché pensiamo che questa esperienza sia da trasmettere anche alle future generazioni di studenti, in quanto ci stiamo battendo anche per il loro diritto allo studio e non solo per il nostro. Abbiamo anche preso contatto con alcune scuole superiori di Grugliasco e inoltre vogliamo incontrare gli operai della Bertone e dell’Abit, in modo da provare a costruire quella coscienza di rete che, sostituita alla coscienza di classe del secolo scorso, permetterà al movimento di durare a lungo termine e mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo al mondo dell’istruzione e rispondere adeguatamente (con la cultura!) all’attacco di chi vuole smantellare lo Stato. Gli attacchi che riceviamo in questi giorni ci scivolano addosso come la pioggia dei giorni scorsi: tutti sanno che il nostro è un movimento libero, accanitamente e irriducibilmente libero da qualsiasi ingerenza partitica, confessionale o d’interesse personale e resterà tale contro chiunque fosse di diverso avviso. Questo movimento non appartiene solo a noi universitari, ma a tutta la società civile, perché quella che stiamo combattendo è una grande, doverosa battaglia civile per difendere i diritti di tutti! La cultura è un bene comune, non una merce da pagare a caro prezzo. Lo vogliamo ribadire per chi ancora avesse dubbi: è finito il tempo delle analisi, non fare nulla significa essere complici di chi sta smantellando la pubblica istruzione, dobbiamo reagire tutti uniti!! Per noi studenti di Agraria e Medicina Veterinaria, questo si concretizza presidiando le nostre sedi e avviando un serio, approfondito e permanente dibattito sulla scuola e sull’istruzione con tutte le componenti chiamate in causa, affinché la scuola resti libera, pubblica e statale come sancito dalla Costituzione.

    Fulvio Grandinetti

    Rappresentante degli Studenti delle Facoltà di Agraria - Collettivo IL FAGGIO

    www.ilfaggiounito.blogspot.com
     
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  15. Lupastro
     
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    COMUNICATO ASSEMBLEA NO GELMINI DEL 21 NOVEMBRE 2008

    Come Assemblea No Gelmini esprimiamo totale solidarietà e appoggio a quegli studenti romani che sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie in seguito agli eventi di Piazza Navona: tutta l'Italia ha potuto assistere alla strumentalizzazione di quegli eventi portata avanti dai media e dai politici di parte che ricoprono ruoli importanti nel nostro governo. Ribadiamo come l'antifascismo sia uno dei valori imprescindibili di quest'assemblea, insieme al carattere apartitico ma comunque politico della mobilitazione.

    L’assemblea no Gelmini tenutasi giovedì 20 Novembre 2008, presso la sede delle facoltà occupate di Agraria, Veterinaria e Scienze Forestali ha confermato la determinazione del movimento torinese a continuare la mobilitazione. Gli interventi che si sono succeduti in assemblea hanno comprovato la maturità di questo movimento che, arrichito dall'assemblea nazionale tenutasi alla Sapienza all’indomani della grande manifestazione a Roma, sta lavorando per dare gambe all’autoriforma dell’università.
    Il “Cantiere dell'Onda” è la struttura entro la quale ci si è suddivisi in gruppi di lavoro, partendo dai workshop che a Roma hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti e arrichendoli con l'esperienza che oramai da mesi stiamo facendo sul nostro territorio.

    L’assemblea ha rilanciato la mobilitazione universitaria focalizzando l’attenzione di tutti gli studenti e le studentesse intorno alle principali date che si succederanno fino a metà Dicembre:
    -il 28 Novembre, giornata di mobilitazione nazionale, l’Assemblea no Gelmini organizzerà un’iniziativa presso la sede centrale della banca San Paolo di Torino, volta a rappresentare il significato dello slogan che più volte ha contraddistinto i cortei di tutta Italia: “noi la crisi non la paghiamo”. Pensiamo che i responsabili di questa crisi non siano i soggetti sociali che ad oggi ne stanno pagando le conseguenze (studenti, operai, precari, migranti...) e che quindi la crisi la debbano pagare coloro i quali l'hanno provocata quindi le banche, le imprese, i governi ed i baroni;
    -il 6 Dicembre gli universitari torinesi manifesteranno insieme agli operai della Thyssenkrupp per ribadire, se ancora ve ne fosse bisogno, che di lavoro in Italia non si può morire come avvenuto a Torino a un anno di distanza dalla tragedia dell’acciaieria torinese; sempre il 6 dicembre, nel pomeriggio, parteciperemo al corteo NO TAV a Susa per riaffermare che la TAV non si farà e per portare avanti un discorso a difesa dell'acqua, dell'ambiente e della salute di tutti noi;
    -il 12 Dicembre a Torino, come nel resto di Italia, gli universitari parteciperanno in massa allo sciopero generale indetto dai sindacati, consapevoli del fatto che senza la nostra mobilitazione, quasi sicuramente questo sciopero non sarebbe stato indetto dalle sigle appena citate;
    -infine il 13 Dicembre l’Assemblea no Gelmini bloccherà l'inaugurazione dell'anno accademico: nella seduta del 13 Novembre 2008 il Senato Accademico, riunitosi in seduta allargata, non ha accolto alcuno dei punti e delle mozioni presentate dall’Assemblea no Gelmini in quella sede. La decisione di inaugurare l’anno accademico rappresenta la chiara volontà politica del maggiore organo accademico di Torino di scegliere un percorso di netta contrapposizione a tutte le posizioni assunte da questa assemblea. Come studenti e studentesse dell’Università di Torino non possiamo che esprimere il nostro più totale dissenso ripetto a questa decisione e all’atteggiamento di insufficienza che l' ha accompagnata.

    Assemblea No gelmini - Torino
     
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44 replies since 19/9/2008, 16:10   1047 views
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